Puoi Trovarmi a Los Angeles (Italian Edition) by Gaia Fiorda

Puoi Trovarmi a Los Angeles (Italian Edition) by Gaia Fiorda

autore:Gaia Fiorda [Fiorda, Gaia]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-01-15T23:00:00+00:00


17. SMETTILA

JAYSON

Esattamente su quel ponte, sei anni prima, io, Rosie e Pitt avevamo buttato le ceneri di mamma.

Ci venivo spesso e mi sedevo proprio sulla panchina dove io e Sally stavamo mangiando. Mi fermavo lì, guardavo l’oceano e parlavo con mamma. Le raccontavo di cosa succedeva nell’ultimo periodo e le parlavo tantissimo di Rosie. Le chiedevo spesso la forza di andare avanti, quand’ero tanto stanco da non volere fare altro che dormire e basta.

In quel momento, con Sally che mangiava in silenzio davanti a me e guardava l’oceano, mi sentii meno solo. Forse l’indomani sarei tornato solo per raccontare a mamma di quanto fosse meravigliosa la ragazza che mi sedeva accanto. Magari lo sapeva già. Magari aveva gli occhi puntati su di noi in quell’istante.

«A che pensi?» mi chiese Sally, mettendosi in bocca una patatina con la maionese.

La guardai, tenendo le braccia distese sulla panchina dietro di me. «A mia madre».

Al contrario di come molti avrebbero potuto reagire al fatto che stessi pensando a mia madre durante un appuntamento, Sally si pulì la bocca e mi guardò. «Quanti anni aveva?»

«Quaranta», risposi con voce roca.

«Era giovanissima», mormorò, avvicinandosi un po’ a me. «Hai una sua foto? Mi piacerebbe vederla».

Mi girai a guardarla, sorpreso dalla sua richiesta. «C-credo di sì. Sul cellulare». Lo tirai fuori e iniziai a scrollare nella galleria, con Sally che guardava oltre la mia spalla.

«Quella era Rosie da piccola?» domandò, sorridendo. «Oddio, che tesoro».

Sorrisi anch’io, ricordando il giorno in cui la scattai. Eravamo in giardino e stavamo spalando la neve per farne un mucchio e creare un pupazzo di neve, Rosie era così carina che volevo scattarle una foto, così le dissi di non muoversi e andai a recuperare la macchinetta fotografica. Al ritorno, mentre mi stava correndo incontro, scivolò e cadde tra la neve, proprio mentre io stavo scattando. Fortunatamente avevo passato tutte le foto dalla macchinetta a una pennetta USB e poi al cellulare.

«Eccola», feci tirando fuori una foto del 2002. I lunghi capelli neri di mamma erano lisci e lucenti al sole, come i miei, e mi stava tenendo in braccio, sorridendo così forte da far vedere le sue incantevoli fossette, mentre guardava nonna che ci scattava la foto. Qualche secondo dopo nonna ne scattò un’altra dove mi dava un bacio in guancia.

Era felice e anch’io. Riguardavo spesso quella foto per ricordarmela così, prima che tutto andasse a rotoli.

«Posso?» chiese Sally indicando lo schermo. Lasciai che prendesse il cellulare e la osservai guardare la foto con attenzione, quindi sorrise e alzò lo sguardo su di me. I suoi occhi erano lucidi e quello mi fece battere forte il cuore. «Le somigli tantissimo».

«Non è vero», feci scrollando le spalle. «Pitt e Rosie di più».

Lei scosse la testa, guardandomi convinta. «Hai il suo identico sorriso, Jay. E anche il taglio degli occhi».

Non me lo aveva mai detto nessuno.

«Entrambi quando sorridete, lo fate con gli occhi. È bellissimo».

Mi passai una mano sul volto, per cacciare indietro le lacrime. Tutti, io compreso, mi dicevano che avevo gli stessi occhi di papà.



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